Il mito
La costellazione della Vergine presenta una delle leggende più belle della mitologia, quella che racconta come gli antichi spiegassero il succedersi delle stagioni nell'arco dell'anno. La Vergine era Demetra, la dea della Natura, rappresentata anche come la Luna piena. Per il mito, quando essa regnava sulla Terra, nella mitica età dell'oro, era sempre estate e l'uomo viveva senza dover lavorare e faticare, cibandosi dei cibi che in continuazione gli offriva la natura. Un giorno però il dio dell'Aldilà, Ade, sentendosi solo e triste sottoterra in mezzo alle anime dei morti, pretese da Giove una moglie bellissima, che identificò in Persefone, la figlia di Demetra. Capendo i rischi che ciò comportava, Giove tentennava; Ade allora uscì dal sottosuolo e rapì la bella Persefone, scappando sul suo carro nero. Demetra, disperata, lo rincorse fino all'ingresso della grotta che conduceva nell'Aldilà; così facendo la luna piena scomparve dal cielo e l'uomo conobbe la buia notte della luna calante, rappresentata con la dea Ecate che si copriva il viso sotto uno spesso mantello nero. Allo stesso modo la natura sulla terra iniziò a sfiorire ed ebbe inizio una lunga carestia gelata che portò gli uomini alla fame. Giove, sconsolato, pregò Demetra di ritornare in cielo, ma lei si rifiutò finchè sua figlia non fosse ritornata con lei. Ecco allora che Mercurio si propose come ambasciatore per andare a convincere Ade. Quest'ultimo non ne voleva sapere di rinunciare alla bella moglie; alla fine acconsentì, ma prima che Persefone ritornasse a casa, le donò dei frutti di melograno: la poverina non sapeva che chi mangiava tali frutti era destinato a ritornare nell'aldilà e ne fece una scorpacciata. Tornata all'esterno della caverna, Demetra la accolse a braccia aperta piangendo di gioia; le lacrime, toccando il suolo, donarono nuova vita ai fiori e alle foglie degli alberi: ricominciava la primavera! Con una grande festa della natura che durava tutta l'estate, fra gioie e piaceri ci si poteva saziare senza sosta dei frutti della bella stagione. Giunto l'autunno, Persefone dovette ritornare da suo marito: Demetra con grande tristezza riprese a piangere; le lacrime amare questa volta fecero cadere le foglie degli alberi, e mentre il tempo passava si trasformavano nella neve dell'inverno. Ritornata la primavera la festa ricominciava da capo, generando così il ciclo delle stagioni. Per colpa del rapimento di Persefone da parte di Ade, non si potè però mai più ritornare alla mitica età dell'oro! Ogni anno sarebbe tornato l'inverno e ogni mese la luna piena Demetra avrebbe abbandonato il cielo per scendere sulla Terra: in inverno per chiedere se sua figlia potesse tornare a casa, in estate per chiedere di lasciarla ancora un po' con lei. Che storia fantastica quella della Vergine! 
Riuscite a vedere una donna coricata nel disegno qui sopra? Un aiutino: la testa è a destra e le gambe a sinistra. Le stelle Spica e Vindemiatrix sono le due mani; in una infatti tiene una spiga di grano e nell'altra un grappolo d'uva. Spica è una stella molto luminosa, ed esiste un trucco per trovarla: bisogna partire dal Grande Carro, seguire la curva del manico verso l'esterno della costellazione; dopo un po' si incontra la brillante stella di Arturo, che appartiene alla costellazione del Boote; continuando la curva dell'arco si incontra in basso vicino all'orizzonte la stella Spica. Volete provarci? Dai, non è così difficile! Il Boote, che significa "guardiano dei buoi", è il papà della Vergine ed era un agricoltore; in mano egli tiene al guinzagli i cani della Vergine, la cui costellazione si chiama appunto Canis Venatici. I due gruppi di stelle si trovano proprio sopra la Vergine, spostandosi in direzione del Grande Carro. Le stelle della Vergine si vedono in primavera fino a metà estate. |